IL MONDO CHE VORREMMO (FORSE NON UTOPIA)

Foto Luigi GhirriSe la forza dell’immaginazione è quella che crea la forma, e la successiva realtà delle cose, allora abbiamo bisogno di sogni, di allontanare la violenza e la rassegnazione, e iniziare a immaginare come può essere il mondo che vorremmo. Immaginare tutto: come si vivrà, come sarà il nostro ritmo, che tipo di lavoro faremo, come ameremo, come mangeremo, come avremo sconfitto la guerra, l’avidità, la solitudine, la mancanza di compassione, la povertà, la miseria morale.

Lo sforzo di ricreare creativamente il mondo, se è uno sforzo singolo può al massimo portare a un buon racconto di fantascienza. Ma se diventa una moltitudine di pensieri, se cominciamo a pensare all’unisono “sì, il mondo che desidero è questo” e se noi tutti sappiamo immaginare un modo altro di vivere l’umanità che non sia basato sul mero potere, ma sulla curiosità, sulla conoscenza, sulla meraviglia e sul rispetto, ecco che forse questa idea produrrà una forma nuova. Allora ben vengano racconti, immagini, sogni che parlino di bellezza, armonia, anche se sarà faticoso per molti staccarsi dal digrigno e dai veleni che ormai hanno talmente imbevuti i nostri tessuti da darci la scimmia se ce ne stacchiamo.

Chi ha detto che affogare nei miliardi sia il modo migliore per vivere? Chi ha detto che chi manipola e controlla il futuro di migliaia di persone sia colui che è ricco? Mi spiace, io in quelle esistenze sature al soldo del mercato vedo una miseria devastante, poiché la ricchezza più grande, che è l’amore, è davvero democraticamente alla portata di tutti. Tutti coloro che hanno tempo di occuparsene.

Come un esercizio fisico costante, immaginare la Bellezza, cercare con la mente di arrivare alla sua essenza e con il cuore a percepirla.

Raccogliere queste immagini come collezionisti e porle con cura dentro questo modo immaginato: un mondo dove la scuola è un’avventura del sapere, dove l’arte è gioia e non mercato, dove il lavoro è servizio ed espressione delle proprie qualità, dove la vecchiaia non è sola, e non è sola nemmeno l’infanzia. Sapere immaginare un mondo dove la natura e l’arte fanno parte del nostro pane quotidiano. E’ uno sforzo davvero imponente, celebrare la vita, e saper andare oltre un muro scortato e cadente, sapere vedere la possibilità. Lo stesso sforzo che accompagna gli artisti veri nella creazione delle loro opere. Ma diamine, l’Italia, giardino del Mediterraneo, ha sempre avuto la capacità di rinascere nell’immaginazione e nella creatività. Ricordiamocene.

Monica Maria Seksich