Nonostante i nostri talloni d’Achille siano parecchio rossi, oggi giovedì 18 ottobre si è inaugurato il nuovo spazio La fabbrica dell’animazione, sito nello stabile della storica struttura del Teatro Fossati (via Rivoli 4, con ingresso anche da Corso Garibaldi 17). Sono intervenuti Sergio Bramini (Imprenditore, Consigliere al Ministero del Lavoro), Shirin Chehayed (Direttore artistico La fabbrica dell’animazione), Raffaele Erba (Consigliere Regionale Lombardia, Movimento 5 Stelle), Simona Pedrazzini (Associazione Piccoli imprenditori e i suicidi di Stato). Erano presenti Daniele e Davide Ratti (Animatori, autori del video spot di Festival Itala 2018) e Luigi Bona (Direttore di WOW Museo del Fumetto).
La fabbrica dell’animazione è uno spazio socio-culturale inclusivo nel centro storico di Milano. Progetto con cui, nel 2016, l’associazione culturale Bottega Partigiana ha vinto il bando del Comune di Milano per l’assegnazione a canone gratuito dello spazio di via San Maurilio 8 (attualmente poco agibile per le attività rivolte al pubblico previste nel progetto). Il mancato avvio dei lavori di manutenzione straordinaria da parte del Comune a tale stabile ERP e il nuovo conseguente blocco delle possibilità di sviluppo del centro La fabbrica dell’animazione hanno indotto l’Assessore Gabriele Rabaiotti ad accordarsi con la nostra associazione culturale per l’assegnazione di un’ulteriore sala in via Rivoli 4 finalizzata a garantire sicurezza e decoro al progetto che, a causa delle condizioni dello stabile di via San Maurilio, non ha mai potuto realmente prendere vita come centro socio-culturale. La fabbrica dell’animazione, come tutti i progetti che producono l’arte e la cultura di chi mette anima nelle proprie azioni, per riuscire a operare necessita di stabilità e continuità (condizioni, evidentemente, poco comprese da chi amministra). Dopo tanto lavoro, quando sembrava finalmente che le attese (con i suoi conseguenti disagi organizzativi ed economici), sarebbero finite, invece, no, colpo di scena: lo spazio di via Rivoli 4 ha rischiato di non riuscire ad aprire i battenti a causa di “giochi di potere” di carattere amministrativo da parte di un referente dell’ufficio di “Area Politiche per l’affitto e valorizzazione sociale spazi” del Comune di Milano (che la nostra associazione riteneva si sarebbe dovuto occupare anche della “valorizzazione” del nostro progetto).
Dopo una battaglia estenuante, che si sarebbe potuta evitare se gli accordi con l’Assessore Gabriele Rabaiotti fossero stati rispettati, la nostra associazione, grazie al trionfo della propria tenacia, della passione che la anima e grazie all’aiuto della propria rete di sostenitori, è riuscita comunque a evitare il fallimento. Nonostante si sia riusciti ad evitare la rovina del progetto che il blocco amministrativo aveva paventato, nella stipula del contratto dello spazio di via Rivoli 4 è stata commessa nuova violenza amministrativa che metteva nuovamente a repentaglio la vita del nostro progetto: giocando con la necessità di rispettare accordi e tempi tecnici (che erano stati segnalati a tale ufficio dalla nostra associazione sin dall’inizio), a fronte della proposta di un contratto di 12 anni per lo spazio di via Rivoli 4, con modalità che rasentano i colpi di scena dell’avanspettacolo, è stato invece imposto un contratto di 11 mesi. Alla nostra associazione è stata inoltre fatta arrivare la non troppo velata minaccia della possibile perdita tra 11 mesi anche dello spazio di via San Maurilio 8, attualmente adibito alla gestione delle innumerevoli attività del dietro le quinte (necessarie allo sviluppo e alla produzione delle iniziative e delle manifestazioni del nostro progetto).
Sorge spontanea una domanda: i responsabili del Comune, protagonisti della vicenda, hanno la minima idea delle necessità degli enti no profit e dei meccanismi che oggi ne regolano l’operato? Inoltre: perché in una città come Milano vi è stata così tanta ostilità nei confronti di un’associazione artistico/culturale? C’è per caso dell’altro? Bottega Partigiana è ancora in attesa di risposte chiare con contenuti sensati e prive di altri ostracismi.
La prima giustificazione riportata dal funzionario, che da fine luglio ha cercato di contrastare la crescita del progetto, è stata ricondotta al timore di possibili ritorsioni da parte di “fascisti” che avevano sede nello spazio di via Rivoli 4 e che, secondo tale funzionario, si sarebbero potuti indispettire e accanire contro di lui a causa del nome Bottega p’Artigiana della nostra associazione (che, per identificare la propria determinazione nel promuovere e produrre la cultura e il lavoro artigiano, ha scelto di giocare con le parole del proprio nome).
Quindi, per non indispettire l’uomo “nero”, è stato pensato fosse meglio bloccare un centro culturale vincitore di un bando. Ah, già, chi avrebbe dovuto leggere, non ha neanche inteso il gioco di parole: Bottega p’Artigiana.
Vorremmo tranquillizzare chiunque venga deviato dal nome: Bottega Partigiana si occupa di arte, di cultura, di artigiani e non di politica.
La seconda giustificazione, con cui è stato successivamente motivato ciò che ha tutta l’aria di essere un sabotaggio alla politica culturale della fabbrica dell’animazione, sarebbe la recente deliberazione n. 1160/2017 della Giunta Comunale. Tale delibera comunale è, guarda caso, comparsa all’ultimo minuto come un “incantesimo burocratico”, successiva alla vittoria del bando per l’assegnazione dello spazio di via San Maurilio 8. È in contraddizione con il progetto La fabbrica dell’animazione che intende invece offrire uno spazio popolare di cultura e socialità nel centro di Milano, accessibile anche a coloro che in questa fase storica di crisi economica si trovano in difficoltà e dovrebbero comunque mantenere il diritto di poter uscire dalle periferie e frequentare il centro storico della propria città. Risulterebbe forse troppo popolare? Ma la cultura non è di tutti? Viviamo ancora in una città democratica, non classista e dove la giustizia sociale è un valore condiviso?
I mestieri dell’arte e dello spettacolo sono ciò su cui Bottega Partigiana dovrebbe poter canalizzare le proprie energie per offrire al pubblico iniziative di sempre migliore qualità, senza che vi siano più blocchi, interferenze e sabotaggi amministrativi. Riteniamo perciò doveroso che il Comune di Milano rimedi ai danni amministrativi inflitti alla nostra associazione. Al fine di permetterci di svolgere con dignità il nostro lavoro sul territorio di Milano, desidereremmo che chi di dovere avvii le procedure necessarie al rispetto degli accordi con l’Assessore Rabaiotti, in quanto ciò a cui aspira la nostra associazione è solo la garanzia della possibilità di sviluppo e di consolidamento del proprio progetto (selezionato dal Comune per operare nel centro di Milano).
Saremmo inoltre felici se d’ora in poi venisse prestata molta attenzione ai possibili abusi di carattere amministrativo che bloccano il lavoro e le possibilità di sostentamento dei cittadini, perché sono estremamente dannosi per il bene privato che è parte del bene pubblico.
Nella sede di via Rivoli 4 da oggi viene trasferita la seconda edizione di Festival Itala. La kermesse si prefigge di promuovere il valore della bellezza ricordando gli autori della commedia poetica novecentesca. La manifestazione intende divulgare e rivisitare in chiave contemporanea le opere di “artigiani del linguaggio” quali Federico Fellini, Dario Fo, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Luigi Ghirri, Eduardo De Filippo, Fabrizio De André, Maurizio Nichetti, Renato Carosone, Roberto Murolo, Gianni Rodari, Sergio Tofano, Rino Gaetano e Osvaldo Cavandoli.
L’obiettivo di Festival Itala è quello di creare occasioni di stimolo, ispirazione e arricchimento culturale anche per le fasce sociali più disagiate e per le nuove generazioni.
Con Festival Itala desideriamo promuovere le produzioni emergenti nel “settore arte e cultura” e desideriamo salvaguardare i beni culturali della tradizione italiana a cui gli studenti continuano ad ispirarsi per crescere come individui e come professionisti del settore.
La seconda edizione della manifestazione è dedicata alla Commedia poetica nel Novecento italiano. Non mancheranno occasioni sociali di riflessione e condivisione: mostre, spettacoli, concerti, rassegne cinematografiche e incontri di approfondimento.
Silvia Sardone, Presidente della Commissione programmazione e bilancio della Regione Lombardia e consigliera comunale, non potendo partecipare per motivi istituzionali, ha inviato un messaggio di augurio alla Fabbrica dell’animazione: “Sono lieta che finalmente dopo assurde lungaggini si sia riusciti a inaugurare il nuovo spazio. Auspico che non ci siano nuovi ostacoli amministrativi per questa importante realtà e se dovessero esserci avete un’amica in Comune a cui chiedere aiuto. Complimenti per il vostro progetto, per la cultura che diffondete a tutti e andate avanti più forti di prima!”.
Raffaele Todaro, Assessore Municipio 9, ha inviato un caloroso messaggio di sostegno in cui ha espresso vicinanza e fiducia al progetto La fabbrica dell’animazione e si è dichiarato al fianco dell’associazione Bottega Partigiana.