Premio di Arte Contemporanea Basilio Cascella 2013, LVII Edizione
Premio Nazionale di Pittura e Fotografia arte, sogno, giogo, rabbia
Tema di questa edizione, e degli ultimi 3 anni del Premio Cascella, è l’economia e il ruolo che l’arte può avere in essa, sia concretamente che ideologicamente.
Con il termine ira (o impropriamente rabbia) si indica uno stato psichico alterato, in genere suscitato da uno o più elementi di provocazione, capace di rimuovere alcuni dei freni inibitori che, normalmente, stemperano le scelte del soggetto coinvolto.
L’iracondo è caratterizzato da una profonda avversione verso qualcosa o qualcuno o (in alcuni casi) verso se stesso.
La rabbia è vista come una forma di reazione e di risposta delle persone per affrontare situazioni ad esse sfavorevoli.
Nella religione cristiana l’ira, se intesa come sentimento che inclina alla vendetta e non come semplice passione che spinge ad affrontare e superare ostacoli, è uno dei sette vizi capitali da cui, secondo i dettami religiosi, bisognerebbe astenersi in ogni caso.
Ciò malgrado, la Bibbia contiene numerosi riferimenti alla “Ira di Dio”, da intendersi come antropomorfismo per indicare la giustizia di Dio contro il male e in difesa di chi ne risulta vittima.
La lira (abbreviazione: L.) è stata la valuta italiana dal conseguimento dell’unità nazionale nel 1861 fino all’introduzione dell’euro nel 2002. Viene rappresentata premettendo all’importo il simbolo ₤ o dalle sigle L. o Lit (per Lira italiana). Dal 24 agosto 1862 la lira ebbe corso legale e sostituì tutte le altre monete circolanti
nei vari stati pre-unitari. Il 1° gennaio 1999 entrò in vigore l’euro, il cui tasso di cambio irrevocabile con la lira era stato fissato il giorno precedente. Il 1° gennaio 2002, con l’entrata in circolazione delle monete e banconote in euro, si aprì una fase di doppia circolazione: le monete e banconote in lire vennero ritirate
definitivamente il 1° marzo 2002.
La lira rimanda involontariamente ad un periodo di crescita del secolo scorso, a quel che eravamo e all’impegno sociale che portò l’Italia ad una fase di assoluto successo e ricchezza agli occhi di tutto il mondo, patrimonio di cultura e benessere; Arte, industria, società. Nonostante i numerosi sforzi per risolvere crisi e malumori con l’arrivo nel nuovo millennio sono state rimesse in discussione qualsiasi sicurezza e convinzione: dalla lira all’ira.
All’artista è stato chiesto chiesto di analizzare tale tema; si chiede di incanalare in pittura o fotografia questo sentire, e portarlo quindi all’attenzione del pubblico, dando una propria risposta, un suggerimento o un pensiero.
(A. Passerini)
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“L’artista è sottoposto ad un tema ampio, difficile, delicato. Ma chi più idoneo dell’artista a svilupparne i moti, e i modi, in cui la lira e l’ira hanno toccato e continuano a toccare, modificandone, il sistema e l’economia?
Quando la lira era in corso era in corso anche l’ira. Come se fossero, o forse lo sono, due facce della stessa medaglia, come se il denaro avesse, nella sua circolarità, un lato oscuro, e iracondo.
L’Europa ha optato per una moneta unica che circolasse oltre le frontiere nazionali e fosse sempre la stessa, ad unire ogni Stato, una cosa in comune, libera di oltrepassare le frontiere e mai cambiarsi: l’ira, insita nell’animo umano così come nella vecchia lira italiana, ha continuato con l’Euro a suonare la sua musica e sempre più forte.
Cosa può fare un artista per scollare, scindere le due parti?
Ascolta. Vede. Tocca. Annusa. Assapora. E con il sesto suo senso immagina un altro modo. Un altro mondo possibile. E lo rende possibile. Lo comincia. Senza posa. Senza riposo. L’artista non è Dio. Ma, in questo paradiso che è il mondo, ed è fatto a scale, chi le scende e chi le sale, scale musicali e scale di Escher, c’è una moneta fuori corso che ancora rimbomba forte i suoi colpi, come chi è sepolto vivo, ad ogni battito dice che l’Euro è un impostore, che le frontiere esistono eccome, e che le banconote non sono un collante e mai potranno unire, semmai dividere. E prende piede l’ira così. La consapevolezza di essere incollati a delle banconote. Se da un lato c’è il potere, con tutte le sue conseguenze per raggiungerlo, e l’impotenza e l’ira, la rabbia, dall’altro lato c’è un ritratto ed è il ritratto di ognuno, come se si venisse qui, in questo paradiso di scale, ad avere e ad avere moneta sonante, a spenderla, mentre è la vita che si spende e se ne va, infine: e vita non è, rimane una musica, oltre i confini e oltre gli stati, e circola, come una banconota soffiata dal vento, leggera, e libera davvero”.
(Terry May)