GIANNALBERTO BENDAZZI E I PIONIERI DEL CINEMA D’ANIMAZIONE

Riportiamo la recensione, apparsa sul magazine online di cinema d’animazione Skwigly, del primo volume dell’opera più recente di Giannalberto Bendazzi, critico e storico italiano considerato come uno dei massimi esperti d’animazione a livello mondiale.

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Animaton: A Word History è l’ambiziosa opera in tre volumi di Giannalberto Bendazzi. Questi è probabilmente meglio conosciuto per il suo libro Cartoons – Cento anni di cinema d’animazione, tomo che scava nella storia della nostra amata forma d’arte. Tale libro è stato apprezzato da molti, sia per l’affascinante accessibilità grazie a cui i lettori sono invogliati a condividere l’entusiasmo che traspare dalle pagine, sia per mezzo della visione universale e della completezza storica espresse nel testo e manifestate dall’autore verso il mondo dell’animazione. Nella sua ultima opera, Animaton: A Word History, ci si focalizza su questo stesso mondo dividendolo in tre parti:

• Foundation – the Golden Age (La fondazione – l’età dell’oro),
• The Birth of a Style – The Three Markets (La nascita di uno stile – i tre mercati),
• Contemporary Times (L’era contemporanea).

Giannalberto Bendazzi mostra i tre volumi della sua più recente opera.

Insieme, i tre tomi assommano 1456 pagine, il che fa quasi sembrare Guerra e pace un saggio breve. Questa recensione si concentra specificatamente sul primo dei tre.

Animation: A World History Volume 1, Foundations – the Golden Age dà il la all’opera, narrando gli esordi della forma artistica d’animazione. Si parte dagli esperimenti di era precinematografica, per poi attraversare i vari decenni sino agli anni cinquanta del ventesimo secolo. L’esposizione alterna segmenti storiografici con parti enciclopediche, mentre il lettore viene condotto attraverso lo sviluppo dell’arte d’animazione e allo stesso tempo viaggia negli spazi di questo mondo artistico, presentando eventi salienti in ordine cronologico.

Bendazzi svolge un lavoro meraviglioso nel contestualizzare i periodi dal lui analizzati, fondendo la narrazione storiografica a livello mondiale con la storia dell’animazione allo scopo di fornire la comprensione della situazione in cui le opere d’arte d’animazione sono state completate. L’autore suddivide la storia di quest’arte in fasi, definite da importanti avvenimenti verificatisi nell’àmbito del mondo dell’animazione. La prima fase inizia dagli albori del cinema d’animazione con la proiezione inaugurale, avvenuta nel 1908 a Parigi presso il Théâtre du Gymnase Marie-Belle, di Fantasmagorie. Tale evento è identificato da Bendazzi quale momento discriminante, tra il cinema live action e quello d’animazione, atto a definire l’occasione di nascita di quest’ultimo. Nonostante io abbia spesso sostenuto che il cortometraggio del 1906 realizzato da James Stewart Blackton e intitolato Humorous Phases of Funny Faces possa considerarsi come il primo film d’animazione in assoluto (probabilmente poiché mi piacerebbe che un mio conterraneo, in quanto nacque nello Yorkshire – sebbene poi emigrò negli Stati Uniti – detenesse un simile primato), Giannalberto Bendazzi propone un’esauriente disamina di motivi convincenti nel sostenere che la più importante tra le due pionieristiche pellicole sia Fantasmagorie. Va precisato che la figura di Blackton non è affatto trattata in modo secondario, anzi il tomo è denso di informazioni sia su di lui che sulle più importanti figure di quel periodo avanguardistico del cinema d’animazione, non disdegnando di fornire analisi e aneddoti sullo sviluppo dei primi anni di vita di tale settore dell’industria cinematografica e sugli animatori (McCay, Fleischer, Messmer, O’Brien e molti altri) divenuti protagonisti di quella fase eroica. Per la massima gioia di studenti d’animazione, ricercatori, stagisti e, più in generale, di chiunque voglia espandere la conoscenza e la consapevolezza in merito a tale fase di esordio, è inoltre presente una mole impressionante di nozioni su persone, sconosciute ai più, che hanno contribuito a forgiare la storia di quel mondo.

Animation: A World History Volume 1, Foundations – the Golden Age.

Sebbene io faccia del mio meglio per scrivere una recensione il più possibile obiettiva di questo volume, esso sembra quasi avere la dote soprannaturale di prevenire ogni possibile lamentela o obiezione fornendo una risposta a qualsivoglia perplessità via via che la lettura prosegue. Si tratta di una sensazione particolare, come se l’opera, agendo telepaticamente, fosse in grado di cogliere i pensieri che attraversano la mia mente durante la lettura del testo, di modo che le pagine successive si formino in qualità di risposta alle mie congetture. Leggendo quanto scritto da Bendazzi sul Regno Unito, per esempio, ero sorpreso che ad Anson Dyer non venisse riconosciuto il credito che merita, salvo scoprire che nella sezione subito successiva del testo vi erano quasi tre pagine dedicate a questo animatore britannico. La lettura del libro si traduce in un’esperienza empatica e sistematica di risposta a ogni mio irrisorio cavillamento mentale. Un altro caso è quando si menziona specificatamente Disney (un uomo che è stato sin troppo lodato per i miei gusti). A questi viene dato il credito che gli è dovuto, e contestualmente viene però evidenziato il giusto riconoscimento nei confronti dei “creatori della magia”, ossia verso coloro che hanno permesso a Disney di salire sino all’empireo del cinema d’animazione, fornendone anche un’accurata lista. In considerazione di quanto da me esposto, ogni mia remora in merito al libro di Bendazzi risulterebbe superflua.

Ciascuna sezione riguardante uno specifico artista, studio o movimento è confezionata con una cura e un approfondimento ben superiori rispetto a quelle informazioni che sono facilmente reperibili attraverso internet. Il volume fornisce una florida descrizione delle figure chiave dell’animazione, sia di quelle più apprezzate sia di quelle dimenticate, che hanno contribuito a delineare questa forma di cinema sin dai pionieristici esordi. Lo stile utilizzato da Bendazzi e dai suoi collaboratori è molto accessibile, permettendo in questo modo di rendere ancora più avvincente la lettura di un volume così denso d’informazioni. Il libro approfondisce anche aree del cinema d’animazione per cui nutrivo scarso interesse o di cui avevo poca conoscenza. Si prendano come esempio le pellicole d’animazione create in Germania durante il nazismo, tema che viene trattato in maniera delicata e senza che il peso del senno di poi della storia vada a gravare sulle spalle dei professionisti dell’epoca.

La lettura del primo volume dell’opera di Giannalberto Bendazzi è stata per me un’esperienza di gioia e di arricchimento. Oltre ad aver incrementato notevolmente le mie conoscenze in àmbiti su cui ero già ferrato, questo libro ha anche espanso immensamente il mio sapere riguardo ai primi anni del cinema d’animazione. In conclusione, si tratta di un must assoluto per chiunque sia interessato a portare la ricerca sull’animazione a un livello più alto, la cui grazia però si rivela anche nello stile accessibile a tutti incluso il principiante. Sebbene il prezzo di copertina possa essere un po’ più alto rispetto alle abitudini del lettore medio, implorerei qualsiasi studio, istituto e università di prenderne in seria considerazione l’acquisto dato che quest’opera è uno splendido racconto di una forma d’arte. Un’opera che ha tutti i crismi, sia per essere oggetto di lode che per divenire un punto di riferimento ineludibile di approfondimento e analisi in merito all’animazione.

È possibile acquistare singolarmente ciascuno dei tre tomi che costituiscono l’opera, così come è possibile l’acquisto dell’opera completa in qualità di raccolta contenente tutti i volumi insieme. Il secondo e il terzo tomo saranno ciascuno oggetto di recensione su Skwagly.

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Steve Henderson