30 MARZO, IL SAPORE DEL SAPERE: DIEGO FUSARO PRESENTA “ANTONIO GRAMSCI”

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Lunedì 30 Marzo alle 21.00 a Milano, presso “Crocetta panini d’autore” di Piazza Diaz 5, nell’ambito del ciclo di incontri “IL SAPORE DEL SAPERE”, per dare impulso alla cultura anche in luoghi non convenzionali, l’Associazione Culturale Bottega Partigiana ha il piacere di invitarvi all’incontro con il filosofo Diego Fusaro che illustrerà il proprio libro: “Antonio Gramsci. La passione di essere nel mondo.”

Per maggiori informazioni: informazioni@bottegapartigiana.org

 

«Fusaro colloca l’elaborazione della filosofia della praxis al centro, come vera cifra essenziale, dei Quaderni del carcere – laddove tradizionalmente si era posta la questione degli intellettuali o la teoria della storia. Tale proposta interpretativa vuole arditamente superare il semplice piano quantitativo dei singoli contenuti, guardando all’intera produzione carceraria come un sistema in movimento che trova proprio nella filosofia della prassi il suo baricentro teorico su cui tutti i plessi tematici dei Quaderni poggiano. Uno sguardo che ci offre un Gramsci potenzialmente inedito, idealista non nel senso deteriore a cui il dibattito marxista è abituato, allievo di Hegel e Marx, certo, ma anche di Gentile, del pensiero dell’atto pratico. Una filosofia dell’essente come possibilità, sempre passibile di trasformazione, che dà fondamento al celebre odio per ogni forma di fatalismo, figlio diretto dell’indifferenza. L’indifferenza appunto nei riguardi della possibilità sempre presente di emendare la realtà sociale e politica, che non conosce altri autori se non i proprio i soggetti umani attivi, mai forze della natura o leggi della necessità esterne. Un autore che mette ancora in guardia dalle passioni tristi, quelle sì oggi egemoni, della rassegnazione e del disincanto.

Il pregio del lavoro di Fusaro però sta anche e sopratutto nel voler riconsiderare Gramsci senza riprodurre un ennesimo rito di imbalsamazione, né tantomeno una pratica di riesumazione, nel tentativo di distinguere ciò che è vivo e ciò è morto del suo pensiero, come fece a suo tempo Croce con Hegel. Ci si domanda invece cosa direbbe Gramsci nell’odierno scenario, portando lui stesso all’altezza dei (nostri) tempi. E d’altro canto si evita di neutralizzarne ingenuamente l’espressività comunista e anticapitalista del suo pensiero. Un libro che restituisce legittimamente il filosofo italiano a tutti i lettori appassionati del pensiero critico e non solo agli affezionati. Consigliatissimo.»

Alessandro Volpe