Indomita mente

pensatoreL’Italia è il paese dei santi. Vada pure per i navigatori e per i poeti, ma l’eroismo dei primi supera di gran lunga quello degli altri. Non ci credi? Te lo dimostro!

Per fare il poeta basta avere una discreta partica della lingua, una minima conoscenza dell’arte oratoria e un pizzico di fantasia (ovvio che io stia provocando, ma non farci caso…).
Per fare il navigatore oggi è persino più facile di un tempo perchè quelli veri si comprano ai centri commerciali… altro che Piri Reis e Magellano…

Tuttavia se vuoi essere navigatore oggi è abbastanza semplice se eviti il “giron dannato” in cui – nel mezzo del cammin di sua vita – si ritrovò messer Schettino…
Il navigatore odierno non ha i problemi d’altri tempi, l’unico suo problema è il conoscer gente giusta, come del resto tutti, anche poeti e artisti, politici e docenti, ingegneri e maestri… Tutto lì il problema.

Ma essere santi, sì, che è un gran problema, oggi come ieri!
Non si può essere santi per raccomandazione! (a meno che tu non sia già defunto!) per essere santi devi avere due grandi coglioni grossi come la vela di un’antica Caravella gonfia di vento. Si, vento, anemos, anima, alito, magari divino… ma soprattutto di fegato.

Tu come me, vorresti la cosa giusta, lo so. Ma la cosa giusta costa molto cara. Nel farla ti senti stupido, idiota e persino meschino, perché stai andando contro corrente. Quindi se puoi, la eviti! ahi…

Incertezza imposta dalla tua fragile esistenza smarrita in una massa di incongruenze, questa è la tua santità in pectore!

Sai cos’è giusto realmente ma non osi credere che possa essere accettato e dunque recedi seguendo il fiume di livore e di ottusa noncuranza del mondo intero sperando di continuare a galleggiare sulla spuma d’acqua sbattuta da un sasso all’altro, da una sponda all’altra di questo torrente esausto che è la nostra società.

La tua santità innata, genetica, pura e vergine come dio l’ha fatta, ti è scomoda. La temi, sempre, che sia tra i fornelli o in ufficio, al pub o piuttosto al mercato. La temi sempre, comunque e ovunque. Temi la tua santità perché è dubbia in ogni istante e fa di te, qualora la mostrassi con orgoglio, un perfetto deficiente, un sognatore ma…. soprattutto un “debole”!

… Un Debole! capisci? E’ allucinante solo il pensarlo eppure è così che ti senti sempre, quando fai la fila alla posta, quando attendi venti giorni un responso di assistenza alla ASL che pregiudicherebbe la tua salute già soltanto tre ore dopo la dimissione da un ospedale! Quando pensi qualsiasi cosa che non ti pare giusta, quando scorgi la terribile differenza tra legge e giustizia.

Ti senti debole e fragile (non santo, per carità…!) quando trasgredisci una regola per aiutare chi è in difficoltà e subito ne paghi le conseguenze… con i tuoi superiori, con la società per cui lavori, per lo Stato che dovresti esser tu e invece è qualcun altro…

Ti senti sciocco quando sai di pensare la cosa giusta, quella che non ti regala un tornaconto personale, ma conferma la forza umana che regge l’esistenza di mille anime simili alla tua. Ti senti sciocco quando, silenziosamente, nel tuo intimo sentire, provi affetto commosso e sincero per la vecchietta sull’autobus, per la garrula bimbetta, per il ragazzo che non riesce a trovare la sua strada… per chi confessa con docile candore di aver sbagliato.

Fidati, non è necessario essere travolti dalla corrente fluviale del mondo per simulare la santità! Non è necessario provare pietà per il bimbetto africano con la mosca sul labbro e spiccare un euro col tuo Sms per ritrovare la tua santità o quello che credi sia sufficiente per essere a posto con te stesso! Non è necessario pensare ai massimi sistemi e a ciò che sarebbe giusto o non giusto che altri facciano perché tutto si aggiusti!

La tua santità parte da te, appena varcata la porta di casa. Parte dentro le mura della tua esistenza… poco prima, poco dopo… con i tuoi vicini, con i tuoi amici, con tuo figlio, con tua figlia, con tua moglie o con la tua compagna, ma….. prima di tutto parte con te. Indomitamente con te, soltanto con te, purché tu lo voglia.

Non si tratta di sperare in un giorno della settimana di un futuro calendario al quale possa essere dedicato il tuo nome!

Si tratta di aiutare la tua mente, il tuo intelletto, se non proprio il cuore, ad essere indomiti, convinti, certi di ciò che è giusto anche se per i tuoi interessi giusto non sarebbe. Indomita – Mente, vive e vegeta nel tuo sentire fuor di logica, fuor di principio senza sentirsi stupidi perché altri possano contestarti ed escluderti dai loro “giri”…

Partigiano di Dio, chiunque o qualunque cosa sia questo tuo dio, questo è fondamento della tua santità: preferire la tua mano al supplizio di un altra soltanto perché sai di poter soffrire meno in quanto hai voluto e saputo scegliere!

Chi rinuncia alla propria santità, sappilo, è tanto più meschino e imbelle di te anche se alza la voce e ti sbugiarda. Non serve scuola per tutto ciò. Tutto ti è stato dato, purché tu non rinunci ad amare la tua vita per quella che è realmente, prima, durante e dopo. Ogni attimo della tua vita è un gioiello senza prezzo o misura, insostituibile in cui ogni minimo bagliore ha il peso e il valore di un intero universo! Sprecarla sentendosi stupidi di fronte a chi denigra la tua inclinazione alla santità è gettare nel fango un bocciolo appena spuntato tra i rovi.

Il male è suadente e ben vestito, non è certo un fantasma alla Lombroso! Il male ti guarda in faccia e ride alitando di fresco, profumando di ricchezza, tonico e ben paludato. Il bene è la tua grezza sapidità, la tua stanchezza, la tua fragilità, la tua solitudine, il tuo piccolo spazio mentale in cui coltivi da sempre campi infiniti di grano. La tua santità, il bene, è quel campo di battaglia ove ogni istante, ogni notte, ogni frammento di giorno combatti la tua crociata nel bene di chiunque, quel qualunque in cui tu sai di riconoscerti.

Roberto Caravella