I mondi dell’illustrazione e dell’animazione sono molto simili. Il primo gioca con le immagini stampate, il secondo con le immagini in movimento. Come universi paralleli, si scrutano, si osservano e a volte si fanno l’occhiolino. O meglio, si tendono la mano.
È il caso di Mara Cerri (classe 1978) e Magda Guidi (1979): due artiste, due pesaresi, due amiche. Illustratrice la prima, animatrice la seconda, si sono diplomate entrambe all’Istituto Statale d’Arte di Urbino e da anni collaborano a molti progetti, tra cui il pluripremiato Via Curiel 8.
Del 2011, il cortometraggio è una vera e propria opera a 4 mani, della durata di 10 minuti. Tratto dall’omonimo libro di illustrazioni di Mara Cerri (2009, Orecchio Acerbo Editore), parla di due ragazzi, Emma e Dario, che si ritrovano per caso, da adulti, sul pianerottolo di un appartamento, in Via Curiel 8, appunto. Quel loro fugace incontro, leggero come un soffio di vento, è sufficiente per catapultarli in un passato nostalgico e spensierato, pieno di ricordi.
Le immagini, in cui passato e presente si mischiano, sono evocative e potenti. I grandi occhi in primo piano, quasi ipnotici, della ragazza, e le tinte scure che connotano il protagonista maschile definiscono un universo visivo delicato, ma preciso. Lo spettatore viene travolto, come in un vortice calamitico, nel mondo dei ricordi di Emma bambina, nella sua stanza d’infanzia e nei suoi giochi ormai abbandonati.
Come dice Goffredo Fofi, sulle pagine de Lo Straniero: “Via Curiel 8 è un racconto per immagini armonico e speculare. Di grande economia e di massima tensione simbolica, secondo un’idea di magico oggi sempre più rara, per via della sua delicatezza e profondità e della sua capacità di andare oltre il reale verso un’idealità insolita”.
Via Curiel 8 ha avuto una realizzazione lunga e meticolosa. Due anni di lavoro e più di 4.000 disegni dipinti a mano, in cui le sbavature e gli strati di colore raccontano un modus operandi semplice e sincero, ormai poco presente nel settore dell’animazione.
Tra i numerosi premi, il cortometraggio ha vinto il Premio della Giuria e il Premio Arte France al Festival Internazionale di Annecy (2008) e Premio come miglior film – sezione corti, al Torino Film Festival (2011).
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Priscilla Mancini