MaSSAGGIO PER GLI aMICI MaMMETTARI

Carissimi,

vi scrivo in quanto mi è pervenuta una email con la risposta (un “Memorandum” di 25 pagine) alle critiche che il gruppo laziale aveva rivolto al direttivo di una delle associazioni che erano coinvolte nella spiacevole circostanza Warren Mosler-Papa.

Dopo quegli avvenimenti, in cui sono stata parte in causa e testimone oculare, mi sono allontanata da tutto ciò che riguardava quel genere di dinamiche poiché ritengo che sia una perdita di tempo perseguire i propri scopi associativi cooperando con persone e realtà che non sono spiritualmente affini ma, dato che in tale risposta vengono anche chiamate in questione sia la mia persona, sia l’associazione di cui sono rappresentante legale, mi pare a questo punto necessario effettuare alcune precisazioni al fine di evitare che agli atti passino dichiarazioni non fondate sulla verità dei fatti.
Dal momento che in causa vi è la trasformazione sociale per un futuro migliore e che non siamo in un processo giudiziario, mi pare che le diatribe e i regolamenti di conti tra rappresentanti e membri di associazioni, le quali avrebbero tutto l’interesse a cooperare per raggiungere il medesimo obiettivo, siano palesemente ridicoli. Pertanto, in questa mia risposta vi chiedo anzitutto la cortesia di non nominarmi mai più nei vostri documenti in quanto non voglio che il mio nome o l’associazione Bottega Partigiana siano associati in alcun modo a ogni realtà associativa di cui non condivido le modalità di azione e di relazioni tra associati, rivelatesi ben diverse dalle belle parole utilizzate per ammaliare le persone e darsi una parvenza di rispettabilità.
In questo modo mi risparmiereste l’incombenza di dover leggere sterili documenti infarciti di qualche fondamento spicciolo di PNL e di paroloni legali degni di un anacronistico comitato centrale. Soprattutto mi risparmiereste il tempo impiegato nello smentire informazioni che sono state manipolate (forse per via della confusione). Inoltre mi risparmiereste tempo ed energie nel dover rispondere e commentare i fatti.

Sebbene i tribunali della Santa Inquisizione siano stati aboliti giù da vari lustri, gli autori di questo “Memorandum” si sentono probabilmente seduti nello spazio riservato agli alti magistrati ecclesiastici.

Dalle “accuse”, che emergono dal documento in questione, si evince che sulla vicenda Mosler e Papa il direttivo nazionale non aveva chiara la situazione. Le domande che mi pongo sono le seguenti:
Perché non hanno scritto una e-mail con richiesta di delucidazioni a Bottega Partigiana o a Francesco Chini? Perché fare il processo alle intenzioni senza preoccuparsi di chiedere spiegazioni? È malafede o incapacità di relazionarsi?
La mia versione dei fatti è stata comunque ampliamente narrata in questo articolo-testimonianza, che potete leggere, o rileggere, cliccando QUI.

Ve lo dico di cuore, veramente: andate in pace per la vostra strada. Ho troppi problemi della quotidianità da risolvere. Non citatemi nei vostri verbali, memorandum, delibere, diffide.
Fate finta che non ci siamo mai conosciuti, così facciamo prima.
Altrimenti finisce che, per correttezza nei miei confronti, le persone che mi stimano e rispettano mi girano le vostre documentazioni interne nelle quali si parla di me in termini a dir poco diffamatori. Così sono giocoforza obbligata a doverci dare un occhio e mi ritrovo, come in questo caso, costretta a rispondere pubblicamente, sia per evitare che mi chiamino un sacco di persone onde sapere la mia versione dei fatti, sia per il fatto che sono stanca di menzogne e voglio evitare che continuino a passare informazioni non veritiere sul mio conto.

Riporto giusto tre fastidiose frasi che, scorrendo il tedioso “Memorandum” in questione, scritto con lo stesso riconoscibile e astioso registro di sempre, mi sono saltate all’occhio. Le cito con un colore diverso, al fine di rimarcare così le inesattezze che emergono  nelle parti del “Memorandum” in cui sono citata.

 

In riferimento alla possibilità di poter andare in Vaticano in visita dal Santo Padre per metterci a suo servizio nella lotta alla povertà a cui lui è molto sensibile, leggo scritto:

«Non è possibile, per un’associazione che voglia mantenere equilibrio nei rapporti con soggetti terzi e addirittura Warren Mosler, sminuire le dinamiche intercorse tra GT Milano, Bottega Partigiana e Mosler. Senza contare che la natura dell’evento proposto, per come era stato organizzato, era di rilevanza e interesse pressoché nulli. Aggiungiamo che insultare e perseguitare le persone con l’insistenza non è un metodo di lavoro accettabile e accettato da questa associazione.»

Di fronte a una simile possibilità ritenevo che anche i più arcigni avrebbero abbassato qualsivoglia ascia di guerra nei miei confronti, ma, evidentemente, sono stata stata troppo ottimista. Non credevo che certuni avrebbero agito perdendo di vista ciò che dovrebbe essere l’obiettivo più alto da perseguire, anche se non professano la religione cattolica e sono convinti di voler operare eminentemente in ambito accademico.
Non desidero fare moralismi di tipo spirituale, né lunghe disquisizioni sull’importanza “Politica” che tale incontro avrebbe potuto avere per associazioni come la nostra e le vostre, che dichiarano di voler combattere la povertà e la disoccupazione, poiché io non sono qui a giudicare nessuno, ma voglio semplicemente proseguire con la mission dell’associazione che, insieme ad altri,  ho fondato per agire sul piano socio-culturale cooperando con altre associazioni, enti o singoli individui che condividono i nostri scopi socio-culturali.
Nonostante tutti quelli che possono essere i miei difetti, sono sempre stata chiara nelle intenzioni e coerente coi fatti. Per questo, in più occasioni e nonostante le vicende del passato, vi ho teso la mano in quanto pensavo che il tempo e l’aggravarsi della situazione economica avrebbero sanato vecchi rancori inutili, permettendoci di proseguire uniti nelle battaglie comuni. Quindi non capisco perché alcune persone continuino da anni ad attuare una sorta di caccia alle streghe, sia nei miei confronti, sia verso i progetti che mano a mano concepisco e sviluppo con le persone che condividono i miei valori e ideali.
Dal mio punto di vista e dal punto di vista della corrente artistico-culturale che sta nascendo tra le fila di Bottega Partigiana, le “azioni concrete” dovrebbero riguardare “l’innovazione culturale” ed è dal 2013, ossia prima ancora di costituirci giuridicamente in associazione, che stiamo cercando di portare avanti tali pratiche di comportamento con il nostro progetto.

 

Bubu-Maga-Merlina


Nel gruppo milanese dell’associazione in questione, sono stata presente dando una mano per quel che ho potuto quando sono stati organizzati degli eventi pubblici e  insieme abbiamo intrapreso il percorso di alfabetizzazione macroeconomica SQUOLA CUADRI sia in autunno al Residence Sociale Aldo Dice, che in primavera al ChiAmaMilano, poiché, in questa prima fase, con Bottega Partigiana abbiamo preferito muoverci in maniera itinerante al fine di offrire servizi formativi socialmente utili a realtà e contesti differenti tra loro.

Alcuni membri del gruppo milanese hanno partecipato ad alcune delle presentazioni di libri del ciclo di incontri IL SAPORE DEL SAPERE che, con Bottega Partigiana, abbiamo avviato da questa primavera presso lo storico Bar Crocetta Panini D’Autore a pochi passi dal Duomo e in cui, se non fosse successo ciò che è successo ad aprile, anche  i libri di Warren Mosler che sono stati tradotti in italiano avrebbero potuto essere presentati lì.

 

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«Le parole di Warren Mosler riguardo il comportamento di Francesco Chini, nonché foto mostrateci dallo stesso Mosler che lo ritraggono in situazioni a dir poco imbarazzanti, sono inequivocabili.»

 

Dopo che Mosler ha scritto la seguente lettera (lavoravamo proprio in quei giorni per farla pervenire al Santo Padre) mi sembra il minimo che Francesco abbia quindi tentato di far ragionare Mosler (il quale aveva avuto un repentino cambio di comportamento) per salvaguardarne anche l’immagine:

«Caro Papa Francesco,
Le chiedo gentilmente di prendere in considerazione la mia offerta incondizionata di assistenza e sostegno in ogni modo possibile nei confronti della Sua epica missione di porre fine allo sfruttamento a livello mondiale dei meno abbienti.
Nel mondo contemporaneo vi è abbondanza di cibo, vestiario e riparo. Coloro che vengono forzati a farne a meno e soffrono di tali deprivazioni non sono vittime di un disastro naturale. Invece sono tragicamente vittime della volontà politica dell’uomo e per questo motivo sarebbe possibile un cambiamento immediato.
Il più grave affronto perpetrato nei confronti dell’umanità da parte dei governi è probabilmente il perseguimento quasi universale di ciò che è chiamata, in senso economico, austerità. Senza vergogna, l’austerità, è stata ideata proprio per sfruttare i meno abbienti e nel contempo spingerli a sottomettersi ad essa ed è la paura la modalità usata per spingerli a sostenere proprio questa austerità che è ciò sta distruggendo i loro corpi e il loro spirito.
Fortunatamente, a livello accademico così come tra alcuni tecnocrati, la battaglia intellettuale contro l’ideologia che è responsabile di queste deplorevoli condizioni nel quale si dibatte il mondo moderno è già stata combattuta e vinta. Validi accademici ed economisti di professione sono attualmente a conoscenza del fatto che sia la politica deliberatamente perseguita dall’uomo, e non un atto di Dio, ad affamare gli affamati, gettare per strada le persone e distruggere la civiltà. Sfortunatamente una simile conoscenza non ha ancora lambito i legislatori al più alto livello, e pertanto le sofferenze continuano.
Ciò che io offro è il mio completo sostegno ai Suoi sforzi di ripristinare le forze naturali della bontà e dell’equità sociale, che sono connaturate nell’uomo, per accompagnare una nuova era di pace sulla terra e di buona volontà tra gli uomini.
Ciò che io chiedo è l’opportunità di poter dimostrare il mio desiderio di pormi al servizio dei Suoi sforzi umanitari.
Con Sincerità, Milano, 8 aprile 2015
Warren Mosler»

 

Sul linguaggio adottato da Francesco Chini non mi soffermo in quanto chiunque abbia letto i carteggi è in grado di comprendere benissimo come Francesco abbia semplicemente tentato una mediazione in extremis per salvare la faccia a Warren Mosler di fronte al Vaticano e alle persone appartenenti alle varie altre associazioni che hanno assistito alla vicenda.

Per quanto riguarda quelle che vengono definite foto “in situazioni a dir poco imbarazzanti”, non so a cosa facciate riferimento. Probabilmente alle foto di backstage. Oppure proprio al servizio fotografico che realizzammo in data 7 aprile 2015 presso lo studio dei miei cari amici Elvio Manuzzi e Pietro De Tilla, con cui ho condiviso un percorso di studi artistico-intellettuali presso la rinomata scuola di fotografia Riccardo Bauer e con cui ho lavorato presso l’avanguardistico Museo di Fotografia Contemporanea presso Cinisello Balsamo. Il giorno precedente (6 aprile 2015) decidemmo con Mosler di realizzare un servizio fotografico, in quanto, ai tempi, le sue foto che circolavano in rete erano poco adeguate a rappresentare la sua figura di economista. Non dico che abbiamo realizzato un capolavoro dell’arte contemporanea ma, dato che avevo dovuto sia organizzare la logistica del servizio tra le parti in causa che inventare uno styling gradevole e adatto alla sua personalità, in una sola notte (reperendo anche i materiali necessari per la buona riuscita del servizio fotografico) ritengo, pur essendo sempre molto critica nelle valutazioni che mi riguardano, che il lavoro fatto sia di buon livello.
Ecco qualche esempio delle immagini in questione. Lascio al giudizio dei lettori le immagini, alle quali ho sovraimpresso il logo di Bottega Partigiana affinché siano inutilizzabili dai soggetti che si sono comportati male nei confronti di tutte le persone che in buona fede hanno lavorato gratuitamente per il bene della causa comune.

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Questa frase è stata estrapolata da un contesto in cui si faceva riferimento alla possibile visita dal Santo Padre. Penso che non valga la pena aggiungere altro, se non il testo del FAX del Vaticano:

«Iniziativa evidentemente parsa strampalata e mal gestita, non solo al Vaticano che infatti non ha mai risposto alle richieste di Shirin, ma anche allo stesso Mosler.»
Fax-Vaticano

Sono diventata allergica a ripicche e a dissapori interni tra associazioni e associati, che sono “situazioni” a cui io non ho più intenzione di dedicarmi giacché le trovo totalmente inutili. Non provo interesse a operare in contesti socio-culturali dove le modalità di comportamento e di relazione sono poste in termini siffatti, in quanto siamo di fronte a una crisi economica di portata senza precedenti e non ha senso perdere tempo nel mischiare tra loro persone che per natura sono incompatibili.
Io sono dell’idea che ognuno debba “fare il suo”, cooperando con quelli la cui natura sente più vicina alla propria. In questo modo si può operare sereni e ottenere maggiori risultati.
Intrapresi questa strada sin dall’estate del 2013 e, assieme a tutti coloro che ci hanno creduto, abbiamo iniziato a ideare il progetto Bottega Partigiana. La nostra intenzione è sempre stata quella di rispondere sul piano socio-culturale alle esigenze di questo momento storico. Questo è l’aspetto che interessa a me e su cui, per natura, sono più portata ed è ciò mi ha spinto ad allontanarmi da alcuni contesti che non sento adatti alla mia sensibilità.
Il tempo stringe, le politiche di austerità stanno mettendo la popolazione a dura prova. Ho capito che non siamo in linea sulle azioni  da svolgere sui territori (se andate alla sezione AZIONI CONCRETE e BUONE PRATICHE del nostro sito vedrete su cosa stiamo lavorando dal 2013). Voi avete scelto il piano accademico, che io rispetto. Tuttavia penso che l’emergenza sia altrove.

Nonostante i dissidi che c’erano stati in passato ho tentato di cooperare con voi poiché, essendoci poche energie in campo, avremmo potuto unire le forze in direzione dell’obiettivo comune più alto. Dopo le vicende che sono accadute ad aprile, però, ho capito che è meglio che ognuno vada per la propria strada visto che tanto “proprio non ci capiamo”.

Nello scorso articolo, onde evitare di creare situazioni imbarazzanti per altri, avevo preferito non rendere pubbliche alcune tra le informazioni sensibili di cui ero in possesso sebbene queste avrebbero ulteriormente potuto avvalorare uno scritto che consiste in un resoconto intellettualmente onesto dei fatti accaduti ma, dato che determinate affermazioni potenzialmente lesive sul mio conto e su quello di Bottega Partigiana continuano a circolare indisturbate, sono stata costretta a riportarle pubblicamente.

Andate in pace.

 

Shirin Chehayed

 

Bubu Giustiziera Determinata Foto di Giuseppe Amagliani

Bubu Giustiziera Determinata
Foto di Giuseppe Amagliani

 

 

 

 

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