Manifesto degli operai dell’Arte per la Cultura d’autore

Discendo alla baia. È sereno. E osservo l’orizzonte.

ENERGIA

La standardizzazione tecnologica e la conseguente serializzazione dell’arte portano a un’attenuazione d’intensità del legame fra opera e gesto artistico, inteso come espressione sia della ricerca che del fuoco sacro dell’operaio dell’arte. L’azione di quest’ultimo è una manifestazione di energia volta a evidenziare, illuminare e focalizzare aspetti della natura e della vita usando gli elementi che l’ecosistema offre. In questo modo, l’opera nasce in sinergia con l’ambiente in cui l’arte si sviluppa e comprende la natura quale primigenia rivelazione d’energia.

SPAZIO

Nel modello di sviluppo attualmente predominante, il godimento dello spazio naturale va via via sempre più riducendosi. Per l’operaio dell’arte, vita e natura sono le prime manifestazioni artistiche percepibili. Questi coglie, nella vitalità dello spazio e nel mondo in cui egli s’immerge, l’ispirazione poetica. Essa si traduce in opera, ossia nel momento in cui il gesto artistico trascende gli spazi di cui egli dispone per realizzarla. L’operaio dell’arte tiene così conto del genius loci e agisce sull’ambiente espandendo l’umana condivisione percettiva ed esperienziale con l’esistente, poiché egli è consapevole di essere parte di un ecosistema e di creare una composizione sensibile del proprio spazio.

TEMPO

Nella società moderna, che si caratterizza per il predominio che la tecnica esercita sull’uomo, il tempo non è più cadenzato dai ritmi della natura. Ad essi, si sostituisce la frenesia di una società che marcia meccanicamente al passo della produzione in serie, nel quale il rintocco di un eterno presente atomizzato scandisce il gesto artistico. Per l’operaio dell’arte, il tempo è scandito dalle stagioni e dai respiri. Egli è consapevole che l’azione, frutto dell’ispirazione poetica del momento, si manifesta in modo unico e irripetibile. La concezione dell’opera come rappresentazione dei propri tempi naturali è l’essenza di un gesto coerente e, perciò, artistico. Così il gesto diviene coscienza condivisa nella memoria, intesa come manifestazione consapevole di chi siamo sempre stati. La spontanea ciclicità dei tempi propri dell’essere si riflette nell’opera e le permette di trascendere ogni concezione tecnicistica di tempo.

COSCIENZA

Energia, spazio e tempo si condensano nell’opera. Essa è quindi espressione di azioni che si sviluppano in queste dimensioni. Il significato archetipale dell’opera trascende ogni illusorietà percettiva. La funzione, trascendente l’arte, dell’opera rispecchia la qualità della cultura d’autore. Quest’ultima mira a identificarsi in tale funzione trascendente. La coscienza dell’operaio dell’arte si riflette nel livello di consapevolezza che contraddistingue le sue azioni e la cultura d’autore è manifestazione di questa coscienza.

Davanti a me, vedo tutto ciò che cerco.

Questo manifesto colloca in primo piano l’homo politicus che emerge in ciascuno di noi ogni qualvolta è operata una scelta, e solo in seconda battuta si rivolge alle istituzioni. La prospettiva sistemica, attraverso cui il gesto artistico è osservato, vede le istituzioni operare al servizio dell’uomo e integra le stesse istituzioni all’interno della sfera umana, naturale, ecosistemica. E non viceversa.