«Nella Divina Commedia, Dante riserva un posto speciale del settimo cerchio dell’inferno ai malfattori che forniscono prestiti a tassi da usura».
Così il senatore indipendente del Vermont Bernie Sanders, strenuo oppositore degli accordi internazionali di libero scambio sinora firmati e promossi dagli Stati Uniti d’America, che si presenta alle primarie del Partito Democratico USA per ottenere la candidatura di presidente, ricorda come Dante collochi agli inferi, sotto una sempiterna pioggia di fuoco, i “violenti contro l’arte” (intesa nel senso medievale di lavoro) cioè gli usurai i quali coi loro prestiti esosi danneggiano le attività umane.
L’occasione, per Bernie Sanders di fare riferimento alle pene infernali riservate da Dante agli usurai, è la presentazione del suo piano di riforma di Wall Street. Il 5 gennaio, parlando presso la Town Hall di Manhattan, il senatore del Vermont ha sostenuto di voler smembrare le grandi banche (quelle «troppo grandi per fallire») durante il suo mandato presidenziale.
Per farlo Sanders si è detto intenzionato a reintrodurre, nel suo primo anno alla guida della Casa Bianca, la legge Glass-Steagall (varata negli anni trenta sotto l’amministrazione Roosevelt e abrogata negli anni novanta durante l’amministrazione Clinton). Inoltre Sanders ha detto di voler aumentare le tutele per i risparmiatori ponendo soglie sugli interessi delle carte di credito e sulle commissioni da corrispondere per i prelievi agli sportelli automatici.
«L’avidità non va bene», ha affermato Sanders facendo un’anti-citazione di una celebre frase pronunciata nel film Wall Street da Gordon Gekko (ruolo per cui Michael Douglas vinse l’Oscar di miglior attore) e sottolineando come i banchieri abbiano posto la Fed, ossia la banca centrale statunitense, sotto il loro controllo. «Se Wall Street non porrà fine alla propria avidità, lo faremo noi per lei. La frode è il modello di business di Wall Street» ha poi proseguito il senatore, rimarcando inoltre di avere come obiettivo «la creazione di un sistema finanziario e di un’economia che funzionino per tutta la popolazione, e non solo per una manciata di miliardari».
Sanders ha anche puntato il dito verso i legami tra i politici e il mondo della finanza, ricordando che «Wall Street elargisce contributi molto generosi a chi sta dalla sua parte». Il tema della connivenza tra finanza e politica è stato sollevato anche durante il dibattito del 17 gennaio scorso tra i candidati democrats, che ha visto quali protagonisti il senatore e Hillary Clinton e che è stato trasmesso da Charleston, in South Carolina, in diretta televisiva sulla NBC. In quella sede, Sanders si è rivolto alla Clinton (attualmente sua principale concorrente tra le file democratiche), ricordando i legami dell’ex first lady con la banca d’affari Goldman Sachs:
«Mi si permetta di fare un esempio utile a dimostrare quanto il sistema sia corrotto. Recentemente, a Goldman Sachs è stata comminata una sanzione di cinque miliardi di dollari. Da Goldman Sachs sono arrivati due ministri del Tesoro degli Stati Uniti, uno ha servito durante un’amministrazione repubblicana e l’altro sotto un’amministrazione democratica. Il capo di Goldman Sachs è un miliardario che viene da noi in parlamento a dirci di tagliare la spesa sociale e i programmi sanitari. Hillary Clinton, e non è la sola quindi non intendo additare solo lei, ha ricevuto in un anno seicentomila dollari da Goldman Sachs per tenere dei discorsi. Trovo alquanto singolare che s’infligga una sanzione di cinque miliardi di dollari, nei confronti di una così grande istituzione finanziaria, per aver infranto la legge e ciononostante nessuno dei suoi dirigenti venga perseguito legalmente, mentre si mettono in galera dei ragazzi in quanto trovati a fumare marijuana!»
CHI FINANZIA CHI
Il motivo per cui il senatore del Vermont abbia deciso di rimarcare in particolar modo il trait d’union tra l’ex first lady e le grandi banche d’investimento di Wall Street può essere riassunto nella seguente immagine in cui sono riportati, sia per Sanders che per la Clinton, i primi cinque donatori che hanno contribuito alle rispettive campagne elettorali (per gentile concessione di opensecrets.org):
Mentre i più importanti donatori di Sanders sono tutti sindacati (in ordine decrescente: dipendenti dei settore metalmeccanico, personale del settore trasporti, lavoratori del settore automobilistico, personale scolastico, lavoratori del settore comunicazione), ben quattro dei cinque principali donatori della Clinton sono colossi finanziari di Wall Street (più DLA Piper, uno dei tre studi di avvocatura di maggiore importanza negli Stati Uniti con circa due miliardi e mezzo di dollari di fatturato e un miliardo e mezzo di dollari di utili annui).
IL SOSTEGNO DEGLI ECONOMISTI
Le querelles su Wall Street e su come riformare il settore finanziario non sono rimaste confinate ai dibattiti politici. Dopo la presentazione del piano di Sanders per Wall Street, 170 economisti ed esperti finanziari si sono espressi in favore di questa proposta, da essi giudicata migliore rispetto ai propositi di riforma finanziaria annunciati dall’ex first lady.
I 170 hanno quindi firmato un appello pubblico a sostegno della riforma presentata dal senatore Sanders, nel quale essi spiegano anche i motivi per cui è maturata la loro scelta di elaborare e sottoscrivere questa dichiarazione. Tra i 170 firmatari vi sono Robert Reich (ex ministro del lavoro degli Stati Uniti e professore a Berkeley), James Kenneth Galbraith (membro del comitato operativo della World Economics Association, una delle più grandi associazioni di economisti a livello mondiale, consulente economico della presidenza degli Stati Uniti, professore presso la University of Texas) e William Kurt Black (economista e giurista esperto di frodi bancarie, direttore della facoltà di legge della University of Missouri-Kansas City, intervistato dal premio Oscar Michael Moore nel documentario Capitalism: A Love Story).
Qui di seguito il testo della lettera:
Economisti ed esperti finanziari a favore della riforma di Wall Street promossa dal senatore Sanders
A nostro parere, il piano propugnato dal senatore Sanders per riformare in modo profondo il mondo della finanza ha una valenza critica al fine di evitare un’altra crisi finanziaria improntata al motto “troppo grande per fallire”. Il senatore afferma, correttamente, che le grandi banche vanno smembrate e che va approvata una nuova legge Glass-Steagall utile a rispondere alle esigenze del ventunesimo secolo e finalizzata alla separazione delle banche d’investimento da quelle commerciali.
Le banche più importanti di Wall Street sono attualmente molto più grandi di quanto fossero prima della crisi, e ancora oggi esse godono di ogni sorta d’incentivi atti all’assunzione di rischi eccessivi. Per il comportamento fraudolento, che ha scatenato il collasso finanziario del 2008, nessun dirigente di Wall Street è stato sinora posto sotto processo e le sanzioni comminate alle banche consistono in una frazione dei benefici economici a cui il settore bancario può accedere. Inoltre, le banche e i loro lobbisti sono riusciti a rendere innocua la riforma finanziaria approntata con la legge Dodd-Frank e le istituzioni finanziarie, che hanno messo in condizione di gravissimo rischio la nostra economia, non sono ancora state in grado di trovare delle modalità operative capaci di fronteggiare con successo ulteriori crisi.
Le proposte di Hillary Clinton sono molto più modeste e limitate. Esse prevedono sì lievi aumenti dei controlli e degli oneri nei confronti del sistema bancario ombra, ma lasciano inalterate le dimensioni mastodontiche dei conglomerati di Wall Street maggiormente implicati nelle pratiche finanziarie attuate da tale sistema. Di conseguenza, il piano di Hillary Clinton non è adeguato a ridurre i seri rischi che il sistema finanziario di Wall Street pone a carico dell’economia americana e delle persone che vivono negli Stati Uniti. Considerando sia le dimensioni del settore finanziario speculativo che il potere politico di Wall Street, le proposte di Hillary Clinton non farebbero altro che evitare di affrontare il problema aprendo così le porte a ulteriori raggiri.
Il solo modo, per contenere e calmierare gli eccessi di Wall Street, consiste nell’approntare riforme che siano così coraggiose, ampie e condivise da non poter poi essere affossate o aggirate. Pertanto noi sosteniamo le proposte, di smembramento delle grandi banche e di reintroduzione di una moderna versione della legge Glass-Steagall, avanzate dal senatore Sanders.
Noi sottoscritti,
1. Robert Reich, University of California Berkeley
2. Robert Hockett, Cornell University
3. James K. Galbraith, University of Texas
4. Dean Baker, Center for Economic and Policy Research
5. Christine Desan, Harvard Law School
6. Jeff Connaughton, Former Chief of Staff, Senator Ted Kaufman
7. William Darity Jr., Duke University
8. Eileen Appelbaum, Center for Economic and Policy Research
9. Brad Miller, Former U.S. Congressman and Senior Fellow, Roosevelt Institute
10. William K. Black, University of Missouri-Kansas City
11. Lawrence Rufrano, Research, Federal Reserve Board, 2005-2015
12. Darrick Hamilton, New School for Social Research
13. Peter Eaton, University of Missouri-Kansas City
14. Eric Hake, Catawba College
15. Geoff Schneider, Bucknell University
16. Dell Champlin, Oregon State University
17. Antoine Godin, Kingston University, London, UK
18. John P. Watkins, Westminster College
19. Mayo C. Toruño, California State University, San Bernardino
20. Charles K. Wilber, Fellow, Joan B. Kroc Institute for International Peace Studies, University of Notre Dame
21. Fadhel Kaboub, Denison University
22. Flavia Dantas, Cortland State University
23. Mitchell Green, Binzgar Institute
24. Bruce Collier, Education Management Information Systems
25. Winston H. Griffith, Bucknell University
26. Zdravka Todorova, Wright State University
27. David Barkin, Universidad Autonoma Metropolitana-Xochimilco
28. Rick Wicks, Göteborg, Sverige (Sweden) & Anchorage, Alaska
29. Philip Arestis, University of Cambridge
30. Amitava Krishna Dutt, University of Notre Dame
31. John F. Henry, Levy Economics Institute
32. James G. Devine, Loyola Marymount University
33. John Davis, Marquette University
34. Gary Mongiovi, St. John’s University
35. Eric Tymoigne, Lewis & Clark College
36. Trevor Roycroft, Ohio University
37. James Sturgeon, University of Missouri-Kansas City
38. Spencer J. Pack, Connecticut College
39. Thomas Kemp, University of Wisconsin – Eau Claire
40. Ronnie Phillips, Colorado State University
41. John Dennis Chasse, SUNY at Brockport
42. Pavlina R. Tcherneva, Bard College
43. Silvio Guaita, Institution, Federal University of Rio de Janeiro (UFRJ)
44. Glen Atkinson, University of Nevada, Reno
45. William Van Lear, Belmont Abbey College
46. James M. Cypher, Universidad Autónoma de Zacatecas
47. Philip Pilkington, Political Economy Research Group, Kingston University
48. Eric Hoyt, PhD candidate, UMass-Amherst
49. Jon D. Wisman, American University
50. James K. Boyce, University of Massachusetts Amherst
51. Hendrik Van den Berg, Professor Emeritus, Universities of Nebraska
52. Thomas E. Lambert, Northern Kentucky University
53. Michael Nuwer, SUNY Potsdam
54. Nikka Lemons, The University of Texas-Arlington
55. Scott T. Fullwiler, Wartburg College
56. Charles M A. Clark, St. John’s University
57. John T. Harvey, Texas Christian University
58. Daphne Greenwood, University of Colorado-Colorado Springs
59. Gerald Epstein, University of Massachusetts Amherst
60. Mohammad Moeini-Feizabadi, PhD candidate, University of Massachusetts
61. Rebecca Todd Peters, Elon University
62. Andres F. Cantillo, University of Missouri-Kansas City
63. Michael Meeropol, Professor Emeritus of Economics, Western New England University
64. Robert H. Scott III, Monmouth University
65. Timothy A Wunder, Department of Economics University of TexasArlington
66. Mariano Torras, Adelphi University
67. Gennaro Zezza, Levy Economics Institute
68. Wolfram Elsner, University of Bremen
69. Larry Allen, Lamar University
70. John Miller, Wheaton College
71. Chris Tilly, UCLA
72. Sean Flaherty, Franklin and Marshall College
73. Clifford Poirot, Shawnee State University
74. Anita Dancs, Western New England University
75. Calvin Mudzingiri, University of the Free State
76. Roger Even Bove, West Chester University
77. Andrea Armeni, Transform Finance
78. Anwar Shaikh, New School for Social Research
79. Steven Pressman, Colorado State University
80. Frank Pasquale, University of Maryland, Carey School of Law
81. John Weeks, SOAS, University of London
82. Matías Vernengo, Bucknell University
83. Thomas Masterson, Levy Economics Institute
84. Antonio Callari, Franklin and Marshall College
85. Avraham Baranes, Rollins College
86. Janet Spitz, the College of Saint Rose
87. Nancy Folbre, University of Massachusetts Amherst
88. Jennifer Taub, Vermont Law School
89. Irene van Staveren, Erasmus University
90. Yavuz Yaşar, University of Denver
91. Scott McConnell, Eastern Oregon University
92. Don Goldstein, Allegheny College
93. J. Pérez Oya, Retired UN secretariat (Spain)
94. Elaine McCrate, University of Vermont
95. Thomas E. Weisskopf, University of Michigan
96. Jeffrey Zink, Morningside College
97. Scott Jeffrey, Monmouth University
98. Lourdes Benería, Cornell University
99. Frank Thompson, University of Michigan
100. Baban Hasnat, The College at Brockport, State University of New York
101. Ilene Grabel, University of Denver
102. Tara Natarajan, Saint Michael’s College
103. Leanne Ussher, Queens College, City University of New York
104. Kathleen McAfee, San Francisco State University
105. Victoria Chick, University College London
106. Steve Keen, Kingston University
107. Heidi Mandanis Schooner, The Catholic University of America
108. Louis-Philippe Rochon, Laurentian University
109. Jamee K. Moudud, Professor of Economics, Sarah Lawrence College
110. Timothy A. Canova, Shepard Broad College of Law, Nova Southeastern University
111. Karol Gil Vasquez, Nichols College
112. Mark Haggerty, University of Maine
113. Luis Brunstein University of California, Riverside
114. Cathleen Whiting, Willamette University
115. William Waller, Hobart and William Smith Colleges
116. Kade Finnoff, University of Massachuettes-Boston
117. Maarten de Kadt, Independent Economist
118. Timothy Koechlin, Vassar College
119. Ceren Soylu, University of Massachusetts-Amherst
120. Dorene Isenberg, University of Redlands
121. Barbara Hopkins, Wright State University
122. Matthew Rice, University of Missouri-Kansas City
123. David Gold, The New School for Social Research
124. Cyrus Bina, University of Minnesota
125. Mark Paul, University of Massachusetts-Amherst
126. Xuan Pham, Rockhurst University
127. Erik Dean, Portland Community College
128. Arthur E. Wilmarth, Jr., George Washington University Law School
129. Rohan Grey, President, Modern Money Network
130. Tamar Diana Wilson, University of Missouri—St. Louis
131. Radhika Balakrishanan, Rutgers University
132. Alla Semenova, SUNY Potsdam
133. Yeva Nersisyan, Franklin and Marshall College
134. Linwood Tauheed, University of Missouri-Kansas City
135. Michael Perelman, California State University, Chico
136. Janet T. Knoedler, Bucknell University
137. David Laibman, Brooklyn College and Graduate School, City University of New York
138. Ann Pettifor, Director, Policy Research in Macroeconomics, London
139. Steve Schifferes, City University London
140. Al Campbell, University of Utah
141. Faith Stevelman, New York Law School
142. Kathleen C. Engel, Suffolk University Law School
143. Jack Wendland, University of Missouri-Kansas City
144. Ruxandra Pavelchievici, University of Nice Sophia Antipolis
145. Zoe Sherman, Merrimack College
146. Donald St. Clair, CFP, Financial Planning Assoc. of Northern California
147. Carolyn McClanahan, CFP, Life Planning Partners, Inc.
148. Thomas Ferguson, Senior Fellow, Roosevelt Institute
149. Saule T. Omarova, Cornell University
150. Josh Ryan-Collins, City University, London
151. June Zaccone, Hofstra University
152. Alex Binder, Franklin & Marshall College
153. Albena Azmanova, University of Kent, Brussels School of International Studies
154. Hans G. Ehrbar, University of Utah
155. Devin T. Rafferty, St. Peter’s University
156. Reynold F. Nesiba, Augustana University
157. David Zalewski, Providence College
158. Claudia Chaufan, University of California-San Francisco
159. L. Randall Wray, Levy Economics Institute and Bard College
160. Richard B. Wagner, JD, CFP, WorthLiving LLC
161. Joseph Persky, University of Illinois-Chicago
162. Julie Matthaei, Wellesley College
163. Peter Spiegler, University of Massachuetts-Amherst
164. James Ronald Stanfield, Colorado State University
165. William D. Pitney, CFP, Director of Advocacy, FPA of Silicon Valley
166. Ora R. Citron, CFP, Oak Tree Wealth Management
167. Susan Webber, Former Associate at Goldman, Sachs & Co.
168. Richard D. Wolff, Democracy at Work and New School for Social Research
169. Mu-JeongKho, University College London
170. Kevin Furey, Chemeketa Community College
(Esclusivamente al fine di rendere più agevole identificare i firmatari, a fianco dei loro nomi sono elencate le rispettive istituzioni in cui essi operano)
Francesco Chini