DAL 6 FEBBRAIO. IL PADRONE DELLA GLORIA: TRE LETTURE DA ROVERSI

Bottega Partigiana è lieta di invitarti al ciclo di incontri Il padrone della gloria: tre letture da Roversi” che si terrà a partire dal 6 febbraio presso il centro socio-culturale La Fabbrica dell’Animazione di Via San Maurilio 8 a Milano.

Evento a cura di Marco Di Salvatore. Letture dalla parte terza de L’Italia sepolta sotto la neve.

nessuno sarà più leggero di lui nella storia

dei navigatori e del cielo nessuno

ha ascoltato sulle mani il respiro

caldo freddo mistero della luna.

Il padrone della gloria

regala a te l’ombra per guardare il sole.

L’ingresso è libero e gratuito. Consigliata la prenotazione a: info@lafabbricadellanimazione.org

6 febbraio ore 20.45: “Uomo ciecoBreve commento a proposito di ciò che lega il cieco di Chio (Omero) e il cieco di Bologna e del rapporto di quest’ultimo con la filosofia. A seguire, una lettura da L’Italia sepolta sotto la neve.

13 febbraio ore 20.45: “Morire di vanità” Lettura da L’Italia sepolta sotto la neve preceduta da un commento a proposito del rapporto tra poesia e politica, tra virtuale e reale, proprio raccogliendo qualche spunto offerto dal brano scelto per la serata, così da introdurlo e, logicamente, fare un po’ di luce sulla figura di chi in un’occasione dichiarò: «scrivo perché sento che a un capo è l’individuo, all’altro è la realtà, la società.».

20 febbraio ore 20.45: “Vita nuova” Lettura da L’Italia sepolta sotto la neve introdotta da un piccolo commento sulla grande «isola felice».

Chi è Roversi

Roberto Roversi (1923-2012) è stato uno scrittore italiano tra i più grandi e complessi, e si può dire misteriosi, dell’epoca recente. Il suo capolavoro, L’Italia sepolta sotto la neve – uno sconfinato poema diviso in quattro parti, che lo impegnò per più di vent’anni prima di venire stampato in versione definitiva in soli trentadue esemplari – resta tuttora pressoché inesplorato dalla critica.

Nato e vissuto a Bologna, dove ha svolto per una vita il mestiere di libraio antiquario, Roversi è una figura difficilmente inquadrabile. Partigiano in gioventù, come intellettuale e uomo di cultura sembrerebbe autorevole e ammirato da una parte, emarginato e quasi dimenticato dall’altra. La sua osservazione critica della realtà – della società – è stata, nel corso dei decenni, tanto più straordinariamente lucida e costante quanto poco clamorosa. Il grande pubblico lo ricorda, semmai, per certe “incursioni” nella musica leggera come autore di testi di canzoni negli anni ‘70 (in particolare per la collaborazione con Lucio Dalla). Nell’ambito della letteratura il suo nome viene spesso accostato a quello di Pier Paolo Pasolini perché alle soglie degli anni ‘60 fondarono insieme Officina, una rivista che cercava di studiare e scuotere la situazione della letteratura italiana in quel periodo di grandi mutamenti sociali. Un dato problematico del personaggio Roversi è stato ad ogni modo il suo isolamento dallo “spettacolo della letteratura”, cioè la sua distanza e lontananza da ruoli istituzionali, premi, rassegne, letture pubbliche. All’inizio degli anni ‘60, quando era conteso da alcune delle più prepotenti case editrici italiane, egli scelse di ricercare personalmente dei modi di produzione e distribuzione alternativi, raggiungendo così migliaia di lettori ed esponendo con chiarezza, attraverso un gesto e una prassi, il problema urgente dell’egemonia della comunicazione.

Come poeta, Roversi è semplicemente misconosciuto: la sua scrittura, fraintesa nell’ambito della poesia civica, si affida per lo più ai posteri. Oppure:

oltre l’oceano sento il respiro di un amico che dorme.

Poco o pochissimo letti i testi narrativi (i romanzi Caccia all’uomo, Registrazione di eventi, I diecimila cavalli, e i racconti poi, uno su tutti: Non la pungono le api?); idem per quelli teatrali, qualcuno per di più messo in scena (Unterdenlinden, Enzo re, etc.); spesso anche copiatincollati, invece, i versi, coi consueti fraintendimenti (considerando poi che si tratta di rovi-versi). Basta ad esempio privare il titolo di uno dei sui libri più discussi – Le descrizioni in atto – dell’articolo “Le”, per sfigurare l’opera più che menzionarla; e da quel poema “sconfinato” che è L’Italia sepolta sotto la neve, attendersi ovviamente la testimonianza del declino di una nazione, per scadere nel rifiuto dell’analogia. L’Italia non è che l’Italia, luogo mitico, leggendario, l’approdo, ultima Thule, Itaca – impossibile insomma stabilire cosa sia. E la neve non è che la neve, stupore e meraviglia, qualcosa forse di inusitato e temibile, come una felicità alla quale potrà essere difficile sopravvivere.

MARCO DI SALVATORE

Marco Di Salvatore ha terminato nell’aprile 2016, a Milano, un audio CD dal titolo: RR – miniatura per roversi, dedicato alla parte terza de L’Italia sepolta sotto la neve. È un disco di lettura musicale completamente auto-prodotto, registrato e montato in una stanzina nel cuore degli Appennini con mezzi amatoriali (tranne l’ultima traccia realizzata ad Ascoli Piceno), stampato e confezionato poi sempre autonomamente in sole settanta copie.

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