Quarant’anni fa scomparve Aldo Moro. Dopo una prigionia durata 55 giorni, il corpo esanime dello statista italiano venne ritrovato il 9 maggio 1978. In ricordo della sua opera di giurista, accademico e rappresentante delle istituzioni, riportiamo le parole pronunciate da Moro in occasione del dibattito all’Assemblea Costituente sul perché del primo articolo della Costituzione della Repubblica Italiana.
L’ARTICOLO UNO DELLA COSTITUZIONE NELLE PAROLE DI ALDO MORO
Un’idea cristiana, un’idea democratica, che cioè bisogna dare al lavoro una particolarissima considerazione, che bisogna impegnare la nuova democrazia italiana in questo processo di elevazione dei lavoratori e di partecipazione la più piena dei lavoratori stessi all’organizzazione economica, politica e sociale del Paese. Questo il senso della disposizione: un impegno cioè del nuovo Stato italiano di proporsi e di risolvere nel modo migliore possibile questo grande problema, di immettere sempre più pienamente nell’organizzazione sociale, economica e politica del Paese quelle classi lavoratrici, le quali, per un complesso di ragioni, furono più a lungo estromesse dalla vita dello Stato e dall’organizzazione economica e sociale.
Quindi, nessun significato di esclusione; soltanto un impegno della nuova democrazia italiana in questa strada di elevazione morale e sociale. E io credo che nessun uomo onesto che segga in questa Assemblea – e quindi, penso, nessuno tra noi – potrà respingere il significato di questa affermazione. Si potrà chiarire la sua portata, si potranno fare delle aggiunte, allo scopo di rendere indubbio che la cittadinanza democratica è cosa indipendente dalla qualifica di lavoro; ma non si potrà negare che il compito storico che sta dinanzi alla democrazia italiana, in quanto essa persegue il potenziamento della dignità umana, sia di immettere nella pienezza della vita del Paese le classi lavoratrici.
Aldo Moro, intervento all’Assemblea Costituente – Seduta di giovedì 13 Marzo 1947
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