OFFICINA FUTURO: DAL DIRE AL FARE

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OFFICINA FUTURO
Festival culturale per la cooperazione
Linguaggio 2.0 e nuovi modelli socio-economici per ricostruire

“DAL DIRE AL FARE”

Si è tenuto dal 29 al 31 gennaio scorsi il Festival Officina Futuro ideato e organizzato dall’associazione Bottega Partigiana.
3 giorni intensi, ricchi di incontri, laboratori, dibattiti e momenti di musica e spettacolo.
Per un nuovo futuro cooperativo.

Il programma era molto fitto, ma grazie alla collaborazione di organizzatori, ospiti e pubblico, tutto si è svolto nel migliore dei modi nell’intensissima 3 giorni organizzata da Bottega Partigiana negli spazi del PIME a Milano.

Nei giorni in cui si eleggeva il nuovo Presidente della Repubblica, i membri dell’Associazione, che per bocca del suo presidente Shirin Chehayed si autodefiniscono “partigiani lavoratori della cultura, dello spettacolo e del sociale” hanno spinto la leva della macchina del tempo per far decollare la navicella in direzione futuro.

Un Festival patrocinato dal Comune di Milano e una conferenza stampa a cui hanno partecipato Mirko Mazzanti (Capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà in consiglio comunale) e Seifel Abdel Azziz (Consigliere di Zona del Movimento 5 Stelle). Un’iniziativa nata dal basso e autofinanziata per esprimere in forma propositiva e creativa l’insostenibilità di un malessere sociale. Secondo gli organizzatori questa crisi è indotta da politiche economiche di austerità che, provocando disoccupazione e tagli indiscriminati alla spesa pubblica, con la privatizzazione di servizi e l’ausilio di un marketing politico che promuove la “religione dei mercati”, sta rendendo schiave le popolazioni europee, togliendo dignità al mondo del lavoro.

L’emergenza sociale e la necessità di azioni concrete, come quella di salvare le vite umane di coloro che, per via della crisi e di un welfare carente, si ritrovano senza reddito finendo per strada dove in inverno si rischia la morte per il freddo, sono la leva umanitaria che ha mosso gli organizzatori, da anni culturalmente impegnati nel lanciare grida di allarme sul precipitare della situazione politico-economica. Per questo, attraverso il Festival, si è voluta evidenziare l’emergenza umanitaria in atto e quindi la necessità di cooperare fornendo anche il proprio sostegno a campagne socialmente utili come “Un Sacco di vita” promossa dalla Rete “Clochard alla Riscossa” grazie a cui si raccolgono sacchi a pelo per salvare vite umane dal rischio di ipotermia.

Libera da condizionamenti di partito e di mercato, con un approccio olistico che si avvale di contaminazioni culturali e artistiche, con nuovi linguaggi tecnologici e attraverso l’amore per il lavoro artigianale, la mongolfiera di Bottega Partigiana, protetta dalla dea Minerva e icona del Festival, si staglia sul panorama politico-culturale come un’insieme di coscienze ecosocialiste che mirano ad un’azione di Liberazione dall’attuale modello unico di pensiero dominante che è il neoliberismo.

Alta e d’avanguardia la qualità degli interventi. Profondi i temi che vogliono porsi come input necessari per avviare un sano dibattito, finalizzato a mettere in luce quelle proposte alternative che guardino al problema politico-culturale da piani e prospettive differenti. Lo scopo è quello di costruire una visione d’insieme utile alla risoluzione di problemi complessi, per concepire un futuro equo e sostenibile.

Uno sguardo attento alle politiche ambientali, alla sostenibilità e a progetti che uniscano territorio e comunità. Comunicazione politica, la funzione e il valore della moneta nella società contemporanea, il debito degli stati visto da un paradigma alternativo, la sovranità nazionale e uno squarcio sul mondo del lavoro, sono stati l’oggetto di molti interventi.
In alternativa al modello culturale individualistico e competitivo che caratterizza questa società frenetica e alienata, Officina Futuro è stata una transizione necessaria per creare i presupposti di un dialogo in cui persone e associazioni si relazionano in modo proficuo condividendo ideali e valori per far convergere le differenze senza disperdere le forze: pubblico, palco e retropalco hanno interagito interscambiandosi in funzione delle necessità.

Relatori di alto profilo: artisti, associazioni, intellettuali, attivisti. L’urgenza di dialogare per trovare soluzioni condivise e realizzabili che facciano fronte alla situazione socio-culturale di impoverimento dei cittadini è sentita in particolar modo dalle associazioni e da quei professionisti che sono parte della società civile, ma che in un mondo precario, dispersivo e in crisi sono privati del tempo e delle energie da investire attivamente nella collettività e nell’interesse verso il bene comune.

Ad aprire i lavori, un video/intervista di Warren Mosler che ha battezzato il Festival definendolo “di speranza e ispirazione”. L’economista statunitense, ideatore della Teoria della Moneta Moderna (MMT) e fondatore del Centro per il pieno impiego e per la stabilità dei prezzi che ha sede presso l’Università del Missouri Kansas City, ha definito questo momento storico come una tragedia umanitaria e civile proponendo di risolvere i problemi sociali dell’Italia e dell’Europa con un modello economico dal volto umano che, grazie ad un uso consapevole della moneta e della spesa pubblica, sviluppi una finanza funzionale al benessere della collettività e alla dignità del lavoro.

Non sono mancati discorsi sulla cooperazione tra associazioni e sulla delicata questione immigrazione (Edda Pando), né sul tema del lavoro (Nino Galloni e Francesco Gesualdi), né sulla mancanza da parte dei sindacati di svolgere il proprio ruolo sociale (Giorgio Cremaschi). L’idea di un futuro da costruire insieme e di un’Europa dei popoli (Giuseppe Palma e Diego Fusaro). Paolo Becchi ha tratto ispirazione dal dibattito emerso durante il Festival per parlare all’opinione pubblica dal megafono de Il Fatto Quotidiano con l’articolo “Quirinale, la fine del regno di Re Giorgio, il ritorno alla ‘normalità’ nella crisi della forma di dominio statale”. Il rapporto con il territorio (Domenico Finiguerra), l’economia vista in chiave ecologica e antropologica (Carlo Marazzi e Marco Giannini), la moneta come metafora della vita (Pier Paolo Dal Monte) e una banca dei semi per la vita (Roberto Ciavatta). La risoluzione dei problemi per l’ottimizzazione sociale attraverso l’analisi delle dinamiche psico-sociologiche della cooperazione (Cesidio Di Luzio) ed esperimenti artistici come l’Unità di Produzione Musicale (Sergio Giusti e Elvio Manuzzi). La crisi del cinema d’autore italiano e i progetti nati dal basso e alla perenne ricerca di finanziamenti (Federico Greco). La Rivoluzione politica attraverso l’arte e la cibernetica (Gennaro Francione).Una comunicazione politico-sociale e della sostenibilità ambientale su cui riflettere e su cui interrogarsi per dialogare tra aziende private, istituzioni pubbliche e cittadini, evitando di cadere in false percezioni che portino erroneamente all’incomunicabilità tra le parti sociali (Mario Rodriguez, Sergio Vazzoler, Filippo Sciacca).

Momenti di musica, particolarmente significativo quello del cantautore Povia ricco di umiltà e genuinità nel suo “Musica-Economia”.
Presentazioni di video e di trailer che hanno mostrato la possibilità di realizzare un cinema rigorosamente indipendente, che informi l’opinione pubblica senza filtri e senza autocompiacimento.
Laboratori per bambini che hanno lavorato giocando, liberando creatività e gioia di stare insieme.

Momenti di confronto e dibattito che, in pieno stile steampunk, scandagliando tra passato, presente e futuro, hanno sovrapposto forme e linguaggi di comunicazione che contaminandosi hanno creato nuove possibilità di lavoro cooperativo.
Spettacoli per bambini e per adulti, in cui la leggerezza del clown diverte rompendo schermi e schemi mentali.
Importante la componente femminile, che ha impiegato passione ed energia per parlare alla sensibilità umana, alla creatività, alle donne intelligenti, alle “madri” che si impegnano socialmente e si informano sulle possibili alternative.

Le attività culturali e di cooperazione promosse da Bottega Partigiana proseguiranno con Squola Cuadri, il ciclo di incontri di alfabetizzazione macroeconomica per non addetti al settore che si terrà a partire dal 28 febbraio presso lo spazio ChiAmaMilano di via laghetto 2 (per ulteriori informazioni bottegapartigiana.org).